Gent.ma/o
dott.ssa/re,
sono una ragazza di 24 anni, studentessa di giurisprudenza, facoltà da me odiata con tutto il cuore. Brevemente le spiego il problema che mi affligge da poco più di un mese. Sono fidanzata da circa 5 mesi con un ragazzo straordinario, amabilissimo, che mi ha regalato i mesi più belli della mia vita. Per il ponte del 1 Novembre siamo partiti per un viaggio rimandato già due volte e che non vedevamo l'ora di fare. Arrivati in aeroporto ho iniziato ad avere problemi di ansia con la deglutizione del cibo,
problema da me avuto
già in precedenza per circa un anno poi scomparso attribuito a cause della mia
relazione precedente. Durante il viaggio ho cercato di reprimerlo ma più lo
reprimevo più stavo peggio e mi sentivo molto male con me stessa. Di ritorno
dal viaggio ho iniziato ad avere attacchi di panico, ansia a mille e pianti
improvvisi, il tutto peggiorava se pensavo al mio fidanzato ed al fatto che
potessi non essere più innamorata di lui e che il problema del viaggio potesse
essergli attribuibile. In certi momenti mi sento così triste che non ho voglia
di fare niente e mi sento solo peggio, come se non potessi più risalire verso
la felicità di prima.sono una ragazza di 24 anni, studentessa di giurisprudenza, facoltà da me odiata con tutto il cuore. Brevemente le spiego il problema che mi affligge da poco più di un mese. Sono fidanzata da circa 5 mesi con un ragazzo straordinario, amabilissimo, che mi ha regalato i mesi più belli della mia vita. Per il ponte del 1 Novembre siamo partiti per un viaggio rimandato già due volte e che non vedevamo l'ora di fare. Arrivati in aeroporto ho iniziato ad avere problemi di ansia con la deglutizione del cibo,
Di cosa può trattarsi?
La ringrazio.
Distinti Saluti
A.P.
Prima
di tutto voglio ringraziarla per aver condiviso la sua esperienza.
Da
quello che racconta mi sembra di capire che nella sua vita ha fatto alcune
scelte di cui non era sicura fino in fondo: la facoltà universitaria (che dice
di odiare con tutto il cuore) e alcune relazioni, in particolare nella
relazione precedente sembra si sia presentato il problema da lei descritto, e
mi sembra di capire che la causa da lei attribuita a questo problema era
proprio legata alla relazione che stava vivendo. Nella relazione attuale mi
sembra di intuire che la paura di fondo sia quella di non essere più innamorata
del suo compagno. Inoltre mi racconta anche che avrebbe tanto voluto fare quel
viaggio, ma per una serie cause siete stati costretti a rimandarlo due volte.
Da questi dati mi sembra che in realtà lei ha ben chiaro quale sia la strada
che può farla risalire verso la felicità, ma per una serie di motivi che
andrebbero esplorati meglio in un colloquio psicologico, tende a reprimere la
sua parte più istintuale, quella che conosce i sui desideri più profondi.
Diciamo che la sua soluzione a fronte di un malessere è quella di reprimere il
sintomo, ma come già ha constatato, più si reprime più sta male. In realtà
molto spesso i sintomi sono dei segnali del nostro corpo, quando non riusciamo
ad ascoltare e a dar voce alla nostra parte istintuale è il nostro corpo a
parlarci in maniera simbolica. I sintomi di cui ci parla infatti riguardano:
·
la
difficoltà a deglutire, che simbolicamente si può associare alla difficoltà a
mandare giù un qualcosa in senso lato, qualcosa che pensiamo non sia buona per
noi, ma che in realtà potrebbe essere proprio la fonte del nostro nutrimento
più profondo (come ad esempio il cibo, o meglio, come nel suo caso, potrebbe
simboleggiare la difficoltà a mandare giù il fatto che per la sua vita vorrebbe
qualcosa di diverso, qualcosa che non si permette di accettare e per questo lo
reprime)
·
l’ansia
e gli attacchi di panico, quindi un sintomo legato alla paura. Ma paura di
cosa? Di fare delle scelte non condivise? Di rimettersi in gioco e reinventare
la sua vita? Di solito gli attacchi di panico si verificano in situazioni di
separazione o inadeguatezza, potrebbe essere il suo caso? Nel senso che
potrebbe aver capito che ci sono cose nella sua relazione che non sono poi così
straordinarie e amabilissime, ma questo non significa necessariamente che la
sua relazione è giunta al termine. Ogni relazione porta al suo interno aspetti
positivi e negativi, ed è proprio la volontà di affrontare questi aspetti e di
crescere insieme che rende più solida l’unione. Se le problematiche di una
relazione non vengono accettate e discusse e si reprimono, non si risolvono,
anzi si ingrandiscono e generano paura, proprio perché ci sembrano più grandi
di quello che sono in realtà.
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